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CHI SIAMO

Una casa tra i boschi. Una famiglia. Un sogno che continua. Tra i larici e la neve di Sappada, c’è un luogo dove il tempo rallenta e il profumo del legno si fonde con quello del pane appena sfornato. Un luogo che ricorda una casa, ma accoglie come un abbraccio: si chiama Laite, e racconta una storia vera, fatta di amore, visioni condivise e silenzi che parlano.
Tutto inizia nel 1987, quando Fabrizia, giovane ragazza di Cividale, arriva a Sappada per fare la stagione e incontra Roberto. Da quell’incontro nasce un amore, un progetto di vita, un sogno comune: aprire un ristorante che fosse casa, cuore, territorio.
Nel 1990 aprono il Keisn, il loro primo locale: piccolo, autentico, con un nome sappadino, radicato nella lingua e nella terra. Qui, Fabrizia inizia a cucinare guidata dall’istinto trasmesso da madre e nonna. Qui, Roberto costruisce la cantina che diventerà leggenda.
Nel 1997 il Keisn ottiene la stella Michelin. Ma la vera stella, per loro, nasce nello stesso anno: si chiama Elena.

FABRIZIA

C’è poesia nel modo in cui Fabrizia parla di un piatto, come se fosse un paesaggio. La sua è una cucina di gesti antichi e radici profonde, fatta di stagioni, boschi, silenzi. Una cucina che non cerca di stupire, ma di raccontare. Nel 2018 la Guida Michelin le assegna il premio Chef Donna dell’Anno by Veuve Clicquot. Nel 2022 la Guida de L’Espresso la riconosce Cuoca dell’Anno, premiando un percorso autentico, fuori dalle mode. Ma il riconoscimento più grande resta quello degli ospiti che, dopo aver mangiato, si commuovono in silenzio.

ROBERTO

Roberto era l’eleganza che non ha bisogno di parole. Sommelier sensibile, ha creato una cantina nascosta sotto al ristorante, in una stanza di pietra un tempo adibita a proteggere ciò che non doveva bruciare. Nel 2015 la Guida de L’Espresso lo premia come Sommelier dell’Anno. Ma per lui il vero premio era vedere brillare gli occhi dell’ospite dopo l’abbinamento perfetto. Oggi quella cantina vive ancora, curata da Elena e Ovidio, a cui ha lasciato molto più che le chiavi: un’eredità di passione e bellezza silenziosa.

ELENA

Elena è cresciuta tra bottiglie da scoprire e piatti da assaggiare. Tra tovaglie da piegare e gesti da osservare, ha imparato l’arte dell’ospitalità per immersione, per amore. Dopo esperienze importanti, è tornata al Laite. Maître e sommelier, ha affinato il suo sguardo con l’AIS.

Oggi guida ogni ospite in un viaggio fatto di ascolto, intuizione e misura. Nel 2024 è stata nominata Miglior Sommelier dell’Anno dalla Guida del Gambero Rosso, che ha riconosciuto nella sua sensibilità una nuova forma di narrazione.

OVIDIO

Ovidio è arrivato giovane, curioso, riservato. Per otto anni ha camminato accanto a Roberto, assorbendo ogni gesto, ogni sussurro, ogni dettaglio. Ha imparato l’arte dell’accoglienza e del servizio, ma soprattutto ha imparato a sentire, prima ancora di parlare.

Oggi è il sommelier del Laite. Cura la sala con grazia e fermezza, e si prende cura della cantina con il rispetto che si deve alle cose vere.

YANG

Yang è arrivato da noi sei anni fa per uno stage. Dopo quell’esperienza, ha proseguito il suo cammino altrove, tra l’Italia e l’estero, ma il legame con Laite è rimasto forte. Quando è tornato, lo ha fatto con occhi nuovi, idee fresche e un entusiasmo che continua a contagiare tutta la brigata. Oggi è parte viva della nostra cucina: ogni stagione porta il suo tocco personale nei menù, un’impronta delicata e profonda, in armonia con la nostra filosofia. Condividendo il suo sguardo e il suo sapere, fa crescere chi lavora con lui, giorno dopo giorno.

IL LAITE OGGI

Il Laite oggi è questo: una casa costruita nel tempo.
Un luogo dove si custodiscono ricordi e si preparano sogni. Dove ogni piatto è una carezza, e ogni calice un invito a rallentare.